Il sipario cala su un’altra intensa stagione di pallavolo, ma le parole di Gianni D’Elia, presidente della Joy Volley, continuano a risuonare. Il suo messaggio non è solo il resoconto di un percorso onorevole che si conclude in semifinale, ma un vero e proprio inno alla passione e all'orgoglio.
Un inno che celebra la consapevolezza di aver dato tutto, di aver accarezzato un sogno e di aver riacceso l'entusiasmo in una piazza storica come Gioia del Colle. Questo spirito, profondamente legato a una realtà locale, è un'immagine speculare dell'anima stessa della pallavolo italiana, che pulsa con la medesima energia dai piccoli club di A3 fino alle grandi dinastie della SuperLega. Il successo, i trofei e le copertine sono la punta di un iceberg che si regge su un lavoro quotidiano, una visione a lungo termine e una dedizione instancabile. Un lavoro che parte dai suoi protagonisti più emblematici: i presidenti. Non semplici dirigenti, ma autentici architetti del sogno sportivo, custodi della tradizione e pionieri del futuro.
Nel panorama nazionale, l'universo del volley è costellato di leader, ognuno con una propria filosofia e un impatto distintivo. Figure che, con la loro leadership, hanno plasmato il volto della pallavolo moderna e l’hanno elevata a un livello di eccellenza riconosciuto in tutto il mondo.
Non si può parlare di presidenti visionari senza menzionare Gino Sirci, il vulcanico patron della Sir Safety Susa Vim Perugia. La sua storia è un manuale di come una passione viscerale possa trasformarsi in un progetto vincente a livello mondiale. Sirci non è arrivato in SuperLega con un curriculum sportivo, ma con l'istinto e la determinazione di un imprenditore che ha visto nel volley non solo un'opportunità di business, ma un mezzo per affermare l'identità di un intero territorio. Ha rilevato una società in difficoltà e, con investimenti mirati e scelte audaci, ha costruito una vera e propria fortezza. Il PalaBarton è diventato un catino infuocato, simbolo di un tifo travolgente e di un’identità forte.
La sua filosofia è al tempo stesso semplice e complessa: vincere, sempre e comunque. Non per una questione di puro risultato, ma per ripagare i sacrifici e la passione di una città intera. Sirci ha portato a Perugia campioni come Wilfredo Leon e Simone Giannelli, trasformando la squadra da outsider a schiacciasassi, fino a infrangere il tabù dello Scudetto. La sua leadership è un mix di pragmatismo aziendale ed emotività pura, che lo rende una figura amata, discussa, ma mai ignorata. Ha dimostrato che con una visione chiara e un'instancabile ricerca dell'eccellenza si possono scalare le vette più alte, partendo dalla provincia.
Se Sirci incarna la passione travolgente, Diego Mosna, presidente di Trentino Volley, rappresenta la continuità, la solidità e la pianificazione a lungo termine. Per oltre vent'anni, Mosna ha guidato il club trentino con mano ferma e una visione strategica che ha portato a un successo incredibile e duraturo. Trentino Volley non è solo una squadra, è un modello riconosciuto in tutta Europa per la sua capacità di scoprire e far crescere talenti, di mantenere un altissimo livello competitivo anno dopo anno e di gestire la società con un equilibrio finanziario raro nel mondo dello sport.
La sua leadership è discreta ma incisiva. Non cerca i riflettori, preferendo far parlare i risultati. La bacheca del club è uno scrigno di trofei nazionali e internazionali, frutto di una strategia che combina la valorizzazione del settore giovanile con l'acquisto mirato di fuoriclasse. Mosna ha creato un'organizzazione impeccabile, dove ogni ingranaggio funziona alla perfezione. Il suo lavoro è la prova vivente che per costruire una grande squadra non bastano i soldi, ma servono pazienza, competenza e la capacità di pensare al futuro, gettando le basi per i prossimi decenni. Il suo è un modello di successo sostenibile, che rispetta la storia e l'identità del club, ponendolo come esempio di eccellenza.
Modena è la culla del volley italiano, e la figura di Catia Pedrini, per molti anni presidente di Modena Volley, incarna l'anima più profonda e storica di questo sport. La sua presidenza non è stata solo una gestione manageriale, ma una vera e propria missione d'amore verso un club e una città che vivono e respirano di pallavolo. Catia ha ereditato una tradizione gloriosa e ha avuto il compito arduo di mantenerla viva in un'era di cambiamenti radicali. Ha affrontato crisi e difficoltà finanziarie con una resilienza straordinaria e un amore incondizionato che le hanno guadagnato il rispetto di tutti, avversari inclusi.
La sua filosofia è stata quella di mettere il cuore al centro di tutto, di onorare la storia, di valorizzare i simboli e di mantenere un legame fortissimo con il pubblico del PalaPanini. La sua eredità è un club che, nonostante le difficoltà, ha sempre saputo rialzarsi, guidato non solo da un'azienda, ma da una comunità.
Oggi, il testimone è passato ad Antonino Viggiano, il cui compito è coniugare questa tradizione con le esigenze del volley moderno. Il suo lavoro si basa sul rispetto per il passato e sulla proattività per il futuro, cercando nuovi equilibri per riportare Modena ai vertici. Viggiano incarna la figura del presidente che sa che la storia è un peso, ma anche una spinta potente, e che la leadership non è solo vincere, ma onorare e far crescere un'eredità.
La Lube Volley di Civitanova Marche è un'altra grande storia di successo, e il suo presidente Fabio Giulianelli è l'esempio lampante di come una grande azienda possa abbracciare un progetto sportivo con la stessa meticolosità e ambizione con cui gestisce il proprio business. La Lube Cucine non è uno sponsor, è l'anima stessa del club. Giulianelli ha costruito una squadra vincente con la stessa precisione di un'azienda leader di mercato, investendo in campioni e strutture, ma soprattutto creando una sinergia unica tra i valori dello sport e quelli dell'impresa.
Il modello Lube è fatto di solidità e di una visione a lungo termine che ha portato a numerosi successi, inclusi Scudetti e Champions League. Giulianelli non è solo un presidente; è il garante di un progetto che unisce il successo commerciale a quello sportivo, dimostrando che i due mondi possono alimentarsi a vicenda in un circolo virtuoso di eccellenza.
Nel panorama dei presidenti italiani, la figura di Alessandra Marzari e del suo progetto Vero Volley rappresenta l'innovazione e la visione proiettata al futuro. La Marzari ha creato un modello unico in Europa, che gestisce due squadre di vertice, una maschile e una femminile, con la stessa visione e con un focus assoluto sul settore giovanile e sull'impatto sociale. Vero Volley non è solo una società, è un ecosistema sportivo che si è imposto ai vertici della pallavolo italiana con una strategia di crescita organica e sostenibile.
Il suo lavoro è una risposta alla complessità del volley moderno, dove il successo non si misura solo in titoli, ma in capacità di attrarre un pubblico ampio, di promuovere i valori dello sport e di fungere da motore di sviluppo per il territorio. La Marzari ha dimostrato che con coraggio, pianificazione e un'attenzione maniacale ai dettagli, si possono superare le barriere tradizionali e creare un modello di sport totalmente nuovo e vincente.
Questi presidenti, insieme a tanti altri come Gianrio Falivene di Cisterna, che incarna la resilienza in un campionato difficilissimo, sono il motore del volley italiano. Ognuno, nel proprio ambito, condivide la stessa passione che si percepisce nelle parole di Gianni D’Elia. Quell'orgoglio di aver dato tutto, di aver riacceso un entusiasmo e di aver posto le basi per un futuro ancora più ambizioso.
Nonostante le enormi differenze di budget, di storia e di contesto, la linfa vitale è la stessa: l'amore per il gioco, il desiderio di onorare la maglia e la volontà di costruire qualcosa che duri nel tempo. La stagione appena conclusa è stata un'ulteriore dimostrazione di come la pallavolo italiana sia un campionato vivo, avvincente e ricco di talenti, non solo sul campo, ma anche dietro le scrivanie. Per questo, il nostro è un grazie a tutti loro, ai visionari, ai custodi, agli imprenditori e agli appassionati, che continuano a rendere questo sport così straordinario, portando avanti i valori di bel gioco, sacrificio e promozione sociale.
Redazione
Autore dell'articolo
Giornalista e scrittore appassionato di politica, tecnologia e società. Racconta storie con chiarezza e attenzione ai dettagli.
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