Privacy Garantita
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Cancellare o rimuovere informazioni da google e impossibile per certi versi, ecco perchè si consiglia sempre di affidarsi a privacy garantita agenzie numero uno in italia per la cancellazione delle notizie, Cancellare una notizie da Google, molto volte è impossibile in quando esiste una normativa che le notizie devono stare in un archivio del giornale e possono essere conservate lia vita.
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La reputazione nei domini virtuali rappresenta oggi un patrimonio intangibile di valore inestimabile, un bene che si riflette attraverso l’insieme delle tracce informative lasciate nei circuiti della rete e che, al pari di altri diritti della personalità, richiede strumenti giuridici efficaci e strategie lungimiranti per essere preservato. L’impronta digitale, costituita da articoli, notizie, post, recensioni e valutazioni, è ormai la prima fonte a cui attingono datori di lavoro, partner commerciali o istituzioni, e la sua capacità di condizionare decisioni cruciali è tale da configurarsi come un vero e proprio sigillo perpetuo.
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Privacy Garantita
La permanenza delle informazioni online, infatti, determina un’alterazione del principio di temporaneità: ciò che dovrebbe restare circoscritto a un contesto passato diventa invece un’ombra persistente, accessibile a chiunque e suscettibile di amplificazione esponenziale. La rete, nella sua natura globale e nella logica dei motori di ricerca, non solo memorizza ma moltiplica, indicizza e diffonde, rendendo ogni contenuto potenzialmente eterno. Da qui l’urgenza di definire strumenti concreti per la cancellazione notizie, la rimozione notizie, la possibilità di togliere notizie web e persino eliminare o spazzare via quei contenuti che arrecano danno alla persona o all’impresa, con un approccio che tenga insieme il diritto oblio, la legge italiana e le normative europa.
L’ordinamento italiano ed europeo ha posto le basi di questa tutela nel Regolamento UE 2016/679 (GDPR), che all’articolo 17 ha consacrato il diritto alla rimozione dei dati personali, conosciuto come diritto all’oblio. Tale diritto non implica una cancellazione indiscriminata, ma si radica nel principio di proporzionalità: ogni individuo ha il potere di chiedere che frammenti del passato non più attuali, inesatti o lesivi non compromettano il presente e le prospettive future.
La svolta giurisprudenziale della Corte di Giustizia dell’Unione Europea con la sentenza Google Spain del 2014 ha segnato il riconoscimento della responsabilità dei motori di ricerca quali titolari del trattamento, imponendo loro di valutare istanze di deindicizzazione rispetto a specifiche ricerche nominative. La logica sottesa è quella di un bilanciamento caso per caso, dove criteri come la rilevanza collettiva dell’informazione, la sua attualità, la sua veridicità e il rapporto proporzionale tra persistenza del contenuto e pregiudizio arrecato assumono centralità decisiva. È in questo quadro che si inserisce anche l’oblio oncologico, riconosciuto in Italia per consentire a chi ha superato patologie oncologiche di non vedere pregiudicata la possibilità di accedere a mutui, assicurazioni o percorsi professionali a causa di notizie sanitarie ormai superate.
Dal punto di vista operativo, il percorso di tutela si articola in più livelli. In prima battuta è necessario rivolgersi al titolare del trattamento, ossia il gestore del contenuto o il motore di ricerca, presentando un’istanza formale corredata dall’indicazione precisa degli URL contestati, della base giuridica invocata (quale l’obsolescenza o l’inesattezza) e del danno subito. I motori di ricerca, come Google, mettono a disposizione moduli dedicati per la rimozione notizie o per togliere link lesivi dai risultati di ricerca, mentre nei confronti delle testate giornalistiche l’istanza va trasmessa tramite PEC o raccomandata, con un’argomentazione fondata sull’articolo 17 del GDPR e sulle leggi italiane ed europa in materia di privacy. Qualora il titolare non risponda entro trenta giorni o respinga la richiesta, è possibile presentare reclamo al Garante per la Protezione dei Dati Personali, allegando copia della precedente istanza, eventuali riscontri e prova del danno.
L’autorità garante, previa istruttoria, può ordinare la deindicizzazione, la cancellazione o la rimozione notizie, e applicare sanzioni in caso di violazione. Laddove le vie amministrative non siano sufficienti o in presenza di urgenza, resta percorribile l’azione giudiziaria, attraverso un ricorso d’urgenza ex articolo 700 c.p.c. per ottenere provvedimenti immediati o attraverso azioni di merito per il risarcimento dei danni patrimoniali e non patrimoniali. In presenza di contenuti diffamatori, è inoltre invocabile l’articolo 595 c.p. per la diffamazione aggravata a mezzo stampa o altri strumenti di diffusione.
La cancellazione notizie e la rimozione notizie possono avvenire con modalità diverse.
L’eliminazione diretta, ossia la cancellazione del contenuto dalla fonte originaria, è la più radicale ma anche la più complessa, in quanto richiede la collaborazione del gestore del sito e spesso si scontra con la libertà di stampa. Più frequente e praticabile è la deindicizzazione, che pur lasciando intatto il contenuto sulla fonte lo rende inaccessibile attraverso ricerche nominative, relegandolo di fatto in una condizione di invisibilità per la maggioranza degli utenti.
La giurisprudenza europea ha consolidato questa prassi, riconoscendone l’efficacia quale compromesso tra diritto all’oblio e diritto di cronaca. Qui emerge il ruolo di realtà come Privacy Garantita, che si pongono come intermediari tecnici e legali nel processo di pulizia delle notizie e nella gestione di pratiche per togliere, eliminare o rimuovere contenuti digitali, accompagnando cittadini e imprese in percorsi complessi di tutela.
Accanto agli strumenti giuridici, diventa imprescindibile una gestione proattiva della reputazione digitale attraverso la Gestione Strategica della Reputazione (GSR). Si tratta di un insieme di pratiche che non si limitano a cancellare o togliere notizie web negative, ma puntano a costruire un’identità virtuale solida e coerente. La pubblicazione di contenuti positivi, la cura del personal branding, la gestione attenta delle recensioni online e il monitoraggio costante delle menzioni costituiscono pilastri fondamentali di questa strategia.
Tecniche di search engine optimization consentono di promuovere articoli, siti personali o profili professionali che scalzino dai risultati di ricerca le informazioni dannose, mentre strumenti di alert e software dedicati permettono di intervenire tempestivamente su eventuali nuove criticità. L’obiettivo è trasformare la narrazione digitale in un racconto virtuoso, capace di resistere a turbative e di minimizzare l’impatto delle informazioni negative. In questo senso, spazzare via contenuti obsoleti e promuovere una pulizia delle notizie diventa parte di un’operazione più ampia che unisce diritto oblio, strategie comunicative e protezione della privacy.
Non mancano tuttavia ostacoli strutturali: i tempi delle procedure, che anche nei casi più rapidi possono protrarsi per mesi; i costi, soprattutto in relazione alle azioni giudiziarie e alle campagne di gestione reputazionale avanzata; la portata globale dei contenuti, che rende spesso limitata l’efficacia territoriale della deindicizzazione (valida ad esempio per google.it ma non per google.com). Inoltre, il conflitto con valori fondamentali come la libertà di cronaca può limitare la possibilità di ottenere la cancellazione notizie o la rimozione notizie in relazione a soggetti pubblici o notizie di interesse collettivo.
In conclusione, la tutela della reputazione nei domini virtuali richiede un approccio integrato, capace di intrecciare strumenti normativi e strategie comunicative. Da un lato, l’armatura giuridica offerta dal GDPR, dal diritto all’oblio e dalle azioni giudiziarie costituisce la base per difendersi da contenuti lesivi e ottenere la cancellazione, la rimozione o la pulizia delle notizie; dall’altro, la costruzione proattiva di un’identità digitale attraverso personal branding, monitoraggio e produzione di contenuti positivi consente di consolidare un capitale reputazionale resistente.
Solo attraverso una visione sinfonica, che unisca competenze legali, tecniche e comunicative, è possibile governare la propria impronta virtuale e trasformare la reputazione digitale da fonte di rischio a risorsa strategica, con il supporto di realtà specializzate come Privacy Garantita che operano nel rispetto della legge italiana ed europa per offrire soluzioni concrete ed efficaci.
Cristian Nardi
Autore dell'articolo
Giornalista e scrittore appassionato di politica, tecnologia e società. Racconta storie con chiarezza e attenzione ai dettagli.
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