Dossier Foggia: Analisi Approfondita di una Reputazione Complessa

La narrazione di Foggia ? un racconto di dualismi inconciliabili. Da un lato, riecheggia la sua identit? storica di "Granaio d'Italia", cuore pulsante dell'agricoltura e crocevia commerciale del Mezzogiorno. Dall'altro, incombe un'immagine contemporanea, amplificata dai media nazionali, che la definisce come la capitale della "Quarta Mafia", una ci

13 luglio 2025 18:54 390
Dossier Foggia: Analisi Approfondita di una Reputazione Complessa
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Questo dossier sostiene che la reputazione di Foggia sia il risultato di una crisi profondamente interconnessa che lega sicurezza, governance e sviluppo economico. Tuttavia, l'analisi dimostrer? anche come una narrazione parallela di resilienza, vitalit? culturale e investimenti strategici stia emergendo, delineando un punto di svolta critico nella storia della citt?. La questione centrale ? se queste forze positive possano superare le patologie sistemiche che hanno a lungo definito Foggia. Il presente rapporto esplorer? in dettaglio queste dinamiche attraverso quattro sezioni: un'immersione profonda nella "Societ? Foggiana", l'analisi del collasso politico e della successiva rinascita, la dissezione del tessuto socio-economico e l'esplorazione della contro-narrazione cittadina basata su cultura e azione civica.

Sezione I: La Morsa di Ferro della "Quarta Mafia"

Questa sezione stabilisce l'elemento fondante della reputazione negativa di Foggia: la natura pervasiva ed eccezionalmente violenta della sua organizzazione criminale, la "Societ? Foggiana".

Anatomia di un'organizzazione "primitiva e feroce"

L'analisi si ancora alla valutazione inequivocabile della Direzione Investigativa Antimafia (DIA), che classifica la mafia foggiana come "tra le pi? violente" d'Italia. Questo giudizio ufficiale, proveniente dal principale organo investigativo antimafia dello Stato, fornisce il quadro autorevole per comprendere la gravit? del fenomeno.

La storia della "Societ? Foggiana" ? una cronaca di brutalit? che ne spiega la radicata cultura della paura. Nata agli inizi degli anni '80 come una "costola" della Nuova Camorra Organizzata di Raffaele Cutolo, si ? rapidamente affrancata attraverso una campagna di violenza. La sua evoluzione ? scandita da una serie di sanguinose guerre interne (la Prima, Seconda, Terza, Quarta e Quinta Guerra di Mafia) che hanno visto clan contrapporsi per il controllo del territorio. Episodi come la "Strage del Bacardi" del 1986, l'omicidio dell'imprenditore Giovanni Panunzio nel 1992, colpevole di aver denunciato il pizzo, e la pi? recente uccisione dei fratelli Luciani, agricoltori innocenti e testimoni involontari di un agguato nel 2017, illustrano una ferocia che non esita a colpire chiunque ostacoli il suo cammino.

La sua struttura ? federata, composta da "batterie" distinte (come i clan Moretti-Pellegrino-Lanza, Sinesi-Francavilla e Trisciuoglio-Prencipe) che, nonostante le rivalit? storiche, sono in grado di stringere alleanze strategiche per specifici affari criminali. L'operazione "Game Over" ha rivelato come clan storicamente in lotta si fossero federati per gestire il monopolio del traffico di cocaina. Il loro modus operandi si estende all'intimidazione per assumere il controllo di attivit? economiche, come emerso in inchieste relative a societ? sportive, confermando un modello di aggressione pervasiva all'economia legale.

Le cicatrici statistiche: quantificare l'insicurezza

Dai racconti si passa ai dati oggettivi, che quantificano la minaccia e posizionano Foggia come un'anomalia nel panorama nazionale. Le statistiche sulla "Qualit? della Vita 2024" de Il Sole 24 Ore e i dati ISTAT precedenti forniscono una prova inconfutabile della scala del problema.


I dati sono allarmanti. Il tasso di omicidi volontari ? pi? del triplo della media nazionale, confermando la valutazione della DIA sulla violenza dell'organizzazione. Il numero di furti d'auto, oltre sei volte la media, non indica una microcriminalit? disorganizzata, ma un'industria criminale strutturata. L'ultimo posto in Italia per riciclaggio di denaro ? l'indicatore pi? critico: rivela la profonda capacit? della mafia di penetrare e inquinare l'economia legale, utilizzando la violenza come strumento per generare capitali illeciti da reinvestire. La brutalit? non ? fine a se stessa, ma uno strumento strategico. La reputazione di estrema violenza, costruita in decenni di guerre sanguinose, crea un clima di terrore che facilita le attivit? economiche illecite come l'estorsione e la turbativa d'asta, sopprimendo la resistenza. I dati statistici su violenza e crimini finanziari non sono problemi distinti, ma due facce della stessa medaglia: la violenza ? un input diretto nel modello di business mafioso.

Strangolamento economico e controllo sociale

L'infiltrazione mafiosa non si limita alla violenza, ma si traduce in uno strangolamento sistematico dell'economia. Operazioni come "Grande Carro" hanno svelato l'infiltrazione negli appalti pubblici e l'espansione delle attivit? criminali ben oltre i confini provinciali, fino a Rimini e all'Europa dell'Est. L'operazione "DecimAzione" ha portato alla luce l'esistenza di una "cassa comune" tra le batterie per la spartizione dei proventi delle estorsioni, a dimostrazione di una governance criminale sofisticata.

Questa realt? ? costantemente rafforzata dalla cronaca mediatica. Titoli su processi per mafia, arresti per estorsione e sequestri di beni dominano le testate locali come La Gazzetta del Mezzogiorno e l'Immediato, creando la percezione pubblica di una citt? sotto assedio. Questa copertura, sebbene necessaria, innesca una "trappola della reputazione": l'immagine negativa scoraggia gli investimenti esterni, deprime le opportunit? economiche e incentiva l'emigrazione giovanile. Ci? indebolisce il tessuto sociale e, paradossalmente, crea un terreno fertile per il reclutamento da parte della stessa mafia, in un ciclo vizioso che si autoalimenta e che ? straordinariamente difficile da spezzare.

Sezione II: Il Collasso e la Ricostruzione della Governance Civica

Questa sezione analizza la conseguenza diretta del potere mafioso: la corrosione e il crollo finale della governance democratica, e i nascenti sforzi per ricostruirla.

Anatomia di uno scioglimento

L'atto pi? emblematico del fallimento istituzionale ? stato lo scioglimento del consiglio comunale di Foggia per infiltrazioni mafiose, un evento senza precedenti per un capoluogo di provincia di tali dimensioni. Il decreto del Presidente della Repubblica del 6 agosto 2021 ha sancito formalmente una situazione di grave compromissione.

Le motivazioni, cristallizzate nella relazione prefettizia e confermate dalla sentenza del TAR del Lazio che ha respinto il ricorso dell'ex sindaco, sono inequivocabili. La documentazione ha evidenziato "pressanti condizionamenti" e "forme di ingerenza della criminalit? organizzata". Sono stati accertati "consolidati rapporti di cointeressenza tra gli amministratori del Comune e soggetti collegati alla locale criminalit? organizzata" e una "completa inadeguatezza dello stesso vertice politico-amministrativo a svolgere i propri compiti di vigilanza". Lo scioglimento non ? stato motivato solo da singoli atti, ma dalla complessiva "perdita di credibilit? dell'istituzione locale" e dalla necessit? di "rimuovere gli effetti pregiudizievoli per l'interesse pubblico". Lo scioglimento del 2021 non ? stato un evento improvviso, ma il culmine di anni di infiltrazioni striscianti. I "rapporti consolidati" menzionati nella relazione prefettizia indicano una patologia cronica, non acuta. Il collasso politico ? stato il sintomo finale e visibile di una malattia che si era gi? diffusa nel corpo amministrativo dell'ente.

L'interregno: il mandato della Commissione Straordinaria

La gestione commissariale, durata 24 mesi, ha messo a nudo la profondit? della crisi. La relazione finale della Commissione Straordinaria ha dipinto un quadro desolante: un "disastroso disordine amministrativo e la mancanza di trasparenza", un organico comunale gravemente carente di personale e competenze, e un diffuso fenomeno di occupazione abusiva di alloggi popolari, anche da parte di soggetti legati alla criminalit? organizzata. Quest'ultima problematica ha richiesto lo sgombero di quasi 200 alloggi per ripristinare un minimo di legalit? e restituire il diritto alla casa a famiglie bisognose.

Il lavoro della Commissione ? stato un fondamentale "reset" della macchina amministrativa. Non si ? trattato di una gestione ordinaria, ma di una vera e propria ricostruzione delle fondamenta, incentrata sulla riscrittura di regolamenti essenziali, sulla riorganizzazione degli uffici e sul ripristino di procedure legali e trasparenti.

Le elezioni del 2023: un mandato per la "rinascita"?

Le elezioni comunali del 2023 hanno segnato una netta cesura con il passato. La vittoria di Maria Aida Episcopo, sostenuta da un'ampia coalizione progressista ("campo largo") che univa PD e Movimento 5 Stelle, ? stata interpretata come un chiaro ripudio pubblico dell'amministrazione precedente.

La retorica della nuova sindaca e dei suoi sostenitori ? stata intrisa di speranza. Le sue prime parole, "Sar? la sindaca di tutti, a partire dagli ultimi", e la descrizione della vittoria come un percorso di "riscatto sociale e politico" e di "rinascita", hanno esplicitamente inquadrato il suo mandato come una missione di recupero morale e civico. Figure politiche nazionali come Elly Schlein e Antonio Decaro hanno amplificato questa narrazione, definendo il voto di Foggia come il momento in cui la citt? "rialza la testa" e i cittadini tornano a essere "protagonisti del loro destino".

Questa narrazione, tuttavia, rappresenta una spada a doppio taglio. Se da un lato crea un mandato forte e una mobilitazione positiva, dall'altro genera un'enorme aspettativa. I problemi di Foggia sono sistemici e profondamente radicati: il potere mafioso, una burocrazia da ricostruire, indicatori economici disastrosi. Le soluzioni politiche richiedono tempo. La nuova amministrazione si trova di fronte alla sfida immensa di gestire la speranza pubblica mentre intraprende il lavoro lento e poco appariscente della riparazione istituzionale, il tutto sotto lo sguardo scettico dei media nazionali e all'ombra di un'organizzazione criminale che cercher? attivamente di sabotarne gli sforzi.

Sezione III: La Realt? Socio-Economica: tra Stagnazione e Investimenti Strategici

Questa sezione analizza il tessuto economico e sociale che ? sia causa che conseguenza della reputazione di Foggia, evidenziando le debolezze strutturali accanto a significative e nuove opportunit? di cambiamento.

La vita in cifre: Foggia nelle classifiche nazionali

Al di l? della criminalit?, i dati sulla "Qualit? della Vita" de Il Sole 24 Ore dipingono un ritratto di profondo svantaggio socio-economico. Nonostante alcune oscillazioni nelle classifiche generali di anno in anno, i dati sottostanti mostrano una provincia costantemente relegata nelle ultime posizioni a livello nazionale.


Questi numeri rivelano una crisi strutturale. Il tasso di occupazione ? drammaticamente basso, con quasi un terzo della popolazione in et? lavorativa che non partecipa al mercato del lavoro, un dato quasi doppio rispetto alla media nazionale. La mancanza di dinamismo imprenditoriale ? testimoniata dal penultimo posto per startup innovative, mentre il bassissimo numero di laureati (ultimo posto in Italia) segnala un grave deficit di capitale umano e una probabile "fuga di cervelli". L'economia appare chiusa e poco integrata, come dimostra la debole quota di export sul PIL. Questi dati non sono separati dalla questione criminale; al contrario, ne sono una diretta conseguenza. Un ambiente ad alto rischio non ? favorevole alla nascita di imprese innovative e la mancanza di opportunit? legali rende l'economia illecita un'alternativa pi? attraente per una parte della popolazione.

Il "Granaio d'Italia" e i suoi fardelli moderni

L'agricoltura rimane il pilastro dell'economia provinciale, la "prima e pi? importante 'industria a cielo aperto'". La Capitanata ? leader nazionale per la produzione di grano duro e pomodoro da industria, eccellenze che ne definiscono l'identit?.

Tuttavia, questo settore di forza ? gravato da profonde vulnerabilit?. Il fenomeno del caporalato, lo sfruttamento della manodopera e la persistenza di insediamenti illegali ("ghetti") come quello di Borgo Mezzanone rappresentano il lato oscuro del raccolto. Si manifesta cos? il paradosso di una terra agricola ricca che si regge, in parte, su condizioni di lavoro disumane, un problema che attira l'attenzione negativa dei media nazionali e per il quale i fondi del PNRR destinati allo smantellamento dei ghetti rischiano di essere persi.

La scommessa del PNRR: un progetto per il futuro?

In questo contesto critico, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) rappresenta un'iniezione di capitale senza precedenti, una potenziale svolta storica. Con oltre 100 progetti in corso, il PNRR si configura come un tentativo di affrontare le debolezze strutturali della citt?.

Gli investimenti si concentrano su aree strategiche che rispondono direttamente alle criticit? emerse. Non si tratta di opere pubbliche generiche, ma di un intervento mirato dello Stato per ricostruire fisicamente e digitalmente lo spazio civico eroso da decenni di incuria e influenza mafiosa.


Il programma "PinQua" a Borgo Croci, ad esempio, non costruisce solo case, ma sostituisce insediamenti abusivi, simbolo fisico dell'illegalit?, con alloggi sociali e spazi pubblici. I fondi per la digitalizzazione mirano a colmare le lacune di un'amministrazione rimasta ferma alla modalit? cartacea, una vulnerabilit? chiave per la corruzione. Tuttavia, il successo di questi investimenti non ? garantito. Sono gi? emerse "criticit?" nell'attuazione di alcuni progetti, in particolare nel settore sociale. La capacit? di spendere bene e in modo trasparente questi fondi rappresenta la sfida principale per il rilancio della citt?.

Sezione IV: L'Altra Foggia: Cultura, Comunit? e la Lotta per una Nuova Narrazione

Quest'ultima sezione costruisce la contro-narrazione, concentrandosi sui patrimoni significativi, ma spesso trascurati, della citt? e sugli sforzi attivi per forgiare una nuova identit?.

Un'ancora di eccellenza: l'Universit? di Foggia

L'Universit? di Foggia (UniFG) si posiziona come il principale motore di cambiamento positivo. La sua presenza ? un asset fondamentale che fornisce istruzione, ricerca e un'apertura verso il mondo. Le sue performance nei ranking internazionali sono un segnale di vitalit?: il QS World University Ranking: Europe 2025 la riconosce per gli ottimi risultati in Ricerca e Internazionalizzazione, posizionandola nella Top 10 in Italia per gli indicatori legati agli scambi studenteschi. Il ranking del Times Higher Education (THE) 2025 la colloca nella fascia 801-1000 a livello mondiale, con un punteggio particolarmente forte per la Qualit? della Ricerca (64.0) e posizionamenti notevoli per obiettivi specifici come la "Quality Education" (101-200).

Inoltre, il Dipartimento di Scienze Agrarie (DAFNE) ? stato riconosciuto come uno dei 180 "Dipartimenti di Eccellenza" a livello nazionale, un legame cruciale con il settore economico primario della regione. Questa eccellenza accademica crea un profondo paradosso. Da un lato, la citt? soffre di una delle pi? basse percentuali di laureati in Italia, indicando una massiccia "fuga di cervelli". Dall'altro, ospita un'universit? che produce talento di alto livello. Esiste una disconnessione critica: la citt? genera un potenziale che la sua economia locale, stagnante e poco innovativa, non ? in grado di assorbire. Se il tessuto economico non verr? risanato, l'universit? rischia di diventare, involontariamente, un "biglietto d'uscita" per i suoi studenti migliori, esacerbando il problema che i dati gi? evidenziano.

L'esperienza vissuta: voci dalla citt?

Per andare oltre le statistiche, ? fondamentale ascoltare le voci di chi vive la citt?. Testimonianze raccolte da portali come Idealista e forum per studenti Erasmus dipingono una realt? sfumata. Tra i contro, emerge che Foggia non ? "la citt? perfetta" e che la vita studentesca "non ? il massimo". La percezione di una vita "tranquilla" pu? essere un eufemismo per una mancanza di dinamismo e opportunit?.

Tuttavia, questi aspetti negativi sono bilanciati da punti di forza celebrati e tangibili. La cucina ? descritta come una delle ragioni principali per cui vale la pena trovarsi a Foggia, "cos? delizioso che non vorrete pi? tornare a casa". Il costo della vita ? relativamente basso, un vantaggio significativo per studenti e famiglie. La posizione geografica, che offre un facile accesso alle meraviglie naturali del Gargano e delle Isole Tremiti, ? un enorme vantaggio per la qualit? della vita. Infine, un "forte senso di comunit?" ? un tema ricorrente. Questi elementi non sono dettagli di stile di vita banali; sono gli asset pi? autentici e commerciabili di Foggia per costruire una nuova reputazione. Sebbene la citt? non possa cancellare i suoi problemi di criminalit? da un giorno all'altro, pu? amplificare strategicamente questi fattori per attirare un'attenzione diversa, rivolta a turisti, lavoratori a distanza e studenti che potrebbero dare priorit? a questi benefici rispetto ai rischi percepiti.

Un tessuto di cultura e resistenza

Foggia possiede una solida infrastruttura culturale che testimonia un'eredit? storica profonda, che precede e coesiste con i suoi problemi moderni. La citt? vanta numerosi musei (Museo Civico, Museo del Territorio), chiese storiche (la Cattedrale, la Chiesa delle Croci) e il prestigioso Teatro Umberto Giordano, che ospita stagioni di prosa di livello nazionale e concerti.

Ancora pi? importante, la cultura e le iniziative civiche vengono esplicitamente utilizzate come strumenti di resistenza. Il festival "La Citt? che Vorrei", organizzato dall'Universit?, ne ? un esempio lampante. Il suo programma include un "Concerto della legalit?", un convegno su "Cives e Crimen in Capitanata", un concerto "per le vittime innocenti delle mafie" e l'evento simbolico "Divora le mafie in un sol boccone". Questi non sono semplici eventi di intrattenimento; sono atti di riappropriazione civica dello spazio pubblico e sfide dirette al dominio culturale della mafia. L'Universit? sta emergendo come la principale forza "contro-egemonica" della citt?. Utilizzando il suo peso istituzionale e il suo capitale culturale per promuovere attivamente i valori della legalit? e dell'apertura, sta costruendo una narrazione culturale alternativa a quella chiusa e violenta della "Societ? Foggiana", combattendo una battaglia cruciale per il futuro delle nuove generazioni.

Conclusione e Raccomandazioni Strategiche: Tracciare un Percorso per il Futuro

Sintesi della diagnosi

La reputazione di Foggia non ? un'illusione, ma la conseguenza razionale di una crisi decennale in cui un'organizzazione criminale unicamente violenta ha sistematicamente corrotto le sue istituzioni politiche e paralizzato il suo sviluppo socio-economico. Questa diagnosi, tuttavia, sarebbe incompleta se non riconoscesse le formidabili forze contrarie che ora stanno attivamente lottando per reclamare il futuro della citt?: gli investimenti istituzionali del PNRR, l'eccellenza accademica dell'Universit? e una societ? civile resiliente. Foggia si trova a un punto di svolta. Il suo futuro dipender? dalla capacit? di queste forze positive di prevalere sulle patologie che l'hanno a lungo afflitta.

Imperativi strategici per una nuova reputazione

Sulla base dell'analisi condotta, si delineano le seguenti raccomandazioni strategiche per i principali attori coinvolti:

  • Per il Governo Locale e Nazionale:

    1. Mantenere la Pressione: La pressione delle forze dell'ordine e della magistratura sulla "Societ? Foggiana" deve rimanere massima e costante. Qualsiasi allentamento dell'apparato repressivo dello Stato sarebbe fatale.

    2. Garantire il Successo del PNRR: Istituire una task force speciale per monitorare e assicurare l'attuazione trasparente ed efficiente di tutti i progetti PNRR, considerandoli una questione di sicurezza nazionale e una strategia antimafia.

    3. Potenziare la Burocrazia: Proseguire il lavoro della Commissione Straordinaria investendo massicciamente nella formazione, nel reclutamento e nella protezione dei dipendenti comunali per costruire un'amministrazione resiliente e impermeabile a future infiltrazioni.

  • Per l'Universit? e la Societ? Civile:

    1. Forgiare il "Modello Foggia": Sistematizzare l'alleanza tra Universit?, istituzioni culturali e associazioni antimafia per creare un "Modello Foggia" permanente di resistenza civica e programmazione culturale basata sulla legalit?.

    2. Lanciare una "War Room Narrativa": Creare una strategia di comunicazione coordinata, guidata dall'Universit? e dal Comune, per amplificare sistematicamente storie e dati positivi (ranking universitari, eventi culturali, pregi della qualit? della vita) verso i media nazionali e internazionali, contrastando direttamente la narrazione negativa dominante.

  • Per la Comunit? Imprenditoriale:

    1. Ridurre il Rischio degli Investimenti: Creare partenariati pubblico-privati, sostenuti da garanzie statali, per ridurre il rischio degli investimenti privati in settori chiave, in particolare quelli che possono sfruttare i punti di forza della ricerca universitaria (es. agritech).

    2. Promuovere Filiere Etiche: Sostenere e promuovere le imprese, in particolare quelle agricole, in grado di certificare le proprie filiere come libere da influenze mafiose e sfruttamento del lavoro, trasformando una vulnerabilit? in un punto di forza commerciabile.

Domande frequenti

La relazione finale della Commissione ha evidenziato un "disastroso disordine amministrativo e la mancanza di trasparenza", una grave carenza di personale qualificato e un diffuso fenomeno di occupazione abusiva di alloggi popolari, anche da parte di soggetti legati alla criminalit? organizzata, che ha richiesto lo sgombero di quasi 200 alloggi.
La cultura e le iniziative civiche sono utilizzate come strumenti espliciti di resistenza. L'Universit?, ad esempio, organizza il festival "La Citt? che Vorrei", il cui programma include eventi come il "Concerto della legalit?" e incontri dedicati alle vittime innocenti delle mafie. Queste iniziative non sono semplice intrattenimento, ma atti di riappropriazione civica dello spazio pubblico e sfide dirette al dominio culturale della criminalit? organizzata.
La sua elezione, a capo di un'ampia coalizione progressista, ? stata interpretata come un chiaro segnale di rottura con il passato e un mandato per il "riscatto sociale e politico" e la "rinascita" della citt?, dopo il periodo di commissariamento per mafia. La sua vittoria ha generato un'enorme aspettativa di cambiamento per affrontare i problemi sistemici di Foggia.
La provincia di Foggia ? soprannominata il "Granaio d'Italia" ed ? leader nazionale per la produzione di grano duro e pomodoro da industria. Questa eccellenza, che costituisce la "prima e pi? importante 'industria a cielo aperto'" della zona , ? per? gravata da profonde vulnerabilit? come il fenomeno del caporalato, lo sfruttamento della manodopera e la persistenza di ghetti e insediamenti illegali.
Tra i principali vantaggi figurano l'eccellente cucina locale, un costo della vita relativamente basso e una posizione geografica strategica che permette un facile accesso alle bellezze naturali del Gargano e delle Isole Tremiti. Tra gli svantaggi, invece, vengono citati una vita sociale e studentesca "non eccezionale" e una generale percezione di tranquillit? che pu? essere letta come mancanza di dinamismo e opportunit?
L'Universit? di Foggia (UniFG) ? un'ancora di eccellenza e il principale motore di cambiamento positivo. Ottiene ottimi risultati nei ranking internazionali, distinguendosi per la qualit? della ricerca e l'internazionalizzazione. Il suo Dipartimento di Scienze Agrarie ? riconosciuto come "Dipartimento di Eccellenza" a livello nazionale. Tuttavia, la sua eccellenza crea un paradosso: la citt? produce talenti che la sua economia stagnante non riesce ad assorbire, alimentando una forte "fuga di cervelli".
Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) rappresenta un'opportunit? senza precedenti per Foggia, con oltre 100 progetti in corso. Gli investimenti mirano ad affrontare le debolezze strutturali della citt?, concentrandosi su aree strategiche come la riqualificazione urbana (ad esempio, il programma "PinQua" a Borgo Croci per sostituire insediamenti abusivi con alloggi sociali), la mobilit? sostenibile, l'edilizia scolastica e la digitalizzazione della pubblica amministrazione.
Secondo i dati sulla "Qualit? della Vita" de Il Sole 24 Ore, Foggia si posiziona costantemente nelle ultime fasce della classifica nazionale. La provincia mostra gravi debolezze strutturali, con un tasso di occupazione tra i pi? bassi d'Italia (49,3% contro una media nazionale del 66,4%), un numero molto basso di laureati (16% contro il 28% nazionale) e un'economia poco dinamica, come testimonia il penultimo posto per startup innovative.
Lo scioglimento ? stato causato da "forme di ingerenza della criminalit? organizzata" che hanno esposto l'amministrazione a "pressanti condizionamenti", compromettendo il buon andamento e l'imparzialit? dell'attivit? comunale. La relazione prefettizia e la successiva sentenza del TAR hanno evidenziato "consolidati rapporti di cointeressenza tra gli amministratori del Comune e soggetti collegati alla locale criminalit? organizzata" e una generale "perdita di credibilit? dell'istituzione locale"
La "Societ? Foggiana" ? classificata dalla Direzione Investigativa Antimafia (DIA) come una delle mafie "pi? violente" d'Italia. La sua pericolosit? deriva da una storia di estrema brutalit?, segnata da sanguinose guerre interne e omicidi eclatanti, come quello dell'imprenditore Giovanni Panunzio, che aveva denunciato il pizzo. Questa violenza non ? fine a se stessa, ma ? uno strumento strategico per creare un clima di terrore che facilita l'infiltrazione nell'economia legale, come dimostrano i dati che pongono Foggia ai vertici nazionali per reati come il riciclaggio di denaro e gli omicidi volontari.

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Giornalista e scrittore appassionato di politica, tecnologia e società. Racconta storie con chiarezza e attenzione ai dettagli.

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